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2 Commenti

  1. Fantastico! Dopo che anche Marco ha fatto appello sul suo blog perché qualcuno ci aiutasse a risolvere il dilemma, niente di meno che Harry Rustein, della “Fondazione Marco Polo”, si è preso la briga di rispondere!!! Potete leggere direttamente la sua risposta sul blog di Marco.

    Il gioco di Marco Polo deriva da un racconto in cui lo stesso scrittore/esploratore parla del suo viaggio nel deserto di Taklamakan, nella Cina dell’ovest. È un deserto sconvolgente, il cui nome, tradotto, significa: deserto dal quale nessuno ritorna. La storia parla di un viaggiatore che nel momento in cui entrerà nel deserto, sentirà voci dalle dune come se lo stessero chiamando. Seguire quelle voci vorrebbe dire perdersi per sempre nel nulla e morire di certo.

    Maggiori dettagli si possono trovare sul nuovo libro di Harry Rutstein, “The Marco Polo Odyssey“, sulla vita dello stesso autore che ha ripercorso in prima persona la rotta di Marco Polo da Venezia a Pechino.

  2. Laura,

    Molto interessante!

    A detta di Wikipedia, sembra che il gioco sia conosciuto non solo in America, ma anche in Svizzera, Argentina, Brasile, Paraguay, Singapore, Australia e Iran.

    Ho anche letto, da qualche altra parte, che il gioco sarebbe nato in Inghilterra verso la metà del ‘700 e che da lì venne esportato nelle colonie inglesi d’oltre oceano. Se vero, ciò potrebbe spiegare come mai ll’origine del gioco sembri essersi perduta nella memoria collettiva e spiegherebbe anche l’apparente diffusione del gioco nel mondo a eccezione, stranamente, dell’Italia.

    Spero che con il tuo aiuto, e quello dei tuoi lettori, si possa arrivare alla soluzione di questo mistero ormai decennale.

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